Oggi, proprio mentre sto scrivendo, si aprono i cancelli della Frankfurter Buchmesse 2024, la fiera del libro di Francoforte.
La Frankfurter Buchmesse, per gli amici soltanto Buchmesse, è la più prestigiosa fiera del libro europea, nonché una delle più grandi del mondo.
Avete presente il Salone internazionale del libro di Torino o Più libri più liberi di Roma?
Ebbene, queste fiere nostrane, hanno ben poco da spartire con la Buchmesse.
Parlando di differenze, mi riferisco ovviamente alla forma e alla sostanza degli eventi, non certo alle dimensioni.
NB: se in altri ambiti vi hanno fatto credere che le dimensioni non contino, quando si parla di fiere del libro, contano eccome!
Se le fiere di Torino e Roma sono un parco giochi per lettori, la Frankfurter Buchmesse è l’habitat naturale di editori, agenti, promotori e altre figure professionali del mondo dell’editoria.
Tenetevi forte, lettori: alla Buchmesse nemmeno vi ci faranno entrare, se non in specifici giorni aperti al pubblico (gli ultimi).
E una volta che ci sarete finalmente entrati, scoprirete che da vedere e leggere non c’è poi molto rispetto alle fiere librarie che avete visitato in Italia.
La Buchmesse è dunque una fregatura?
Niente affatto, è semplicemente una fiera professionale che, in quanto tale, non nasce per vendere i libri già esistenti ma per decidere quali saranno venduti in futuro.
Alla Buchmesse editori e agenti cercano libri stranieri da pubblicare in Italia e, viceversa, offrono i loro titoli all’editoria d’oltreconfine.
In estrema e riduttiva sintesi: in questi giorni a Francoforte si deciderà cosa troveremo sugli scaffali delle librerie l’anno prossimo.
E se questa settimana doveste vedere aggirarsi per le vostre città individui bizzarri, con lo sguardo vacuo e le dita scaramanticamente incrociate, non temete per la loro sanità mentale: sono semplicemente scrittrici e scrittori i cui libri hanno viaggiato sino a Francoforte in compagnia di un editore o di un agente, che cerca di “piazzarli” all’estero.
PS: a proposito di agenti, le domande che ricevo più frequentemente dagli aspiranti scrittori o da quelli di prima penna, e alle quali ahimè non sono in grado di rispondere, riguardano le agenzie letterarie. Se anche voi avete delle curiosità sul tema, ho trovato un bellissimo articolo del quale, per il tono umoristico e i contenuti esaustivi, vorrei essere l’autrice. E invece no, l’articolo è di Alexander von Prellwit che lo ha pubblicato sullo stra-consigliatissimo sito Ultima pagina.