“Non dirmi che la luna splende, mostrami il riflesso della sua luce sul vetro infranto”; raccomandava Anton Čechov.
I romanzi che non raccontano ma mostrano sono quelli che fanno innamorare noi lettori; ma perché limitarsi al solo vedere, quando esistono altri quattro sensi da esplorare?
Ho sempre vissuto la lettura come un’esperienza multisensoriale, ricercando storie che oltre a ricreare nella mia mente immagini vivide, sapessero farmi percepire profumi, consistenze, sapori e suoni. È stato questo mio modo di intendere la lettura che mi ha spinto a cimentarmi nella scrittura di una pentalogia sensoriale, ovvero cinque romanzi, ognuno dedicato a uno dei cinque sensi.
Nel 2019 ho pubblicato, con Fazi editore, L’annusatrice di libri dedicata all’olfatto, nel 2020 La ragazza con la macchina da scrivere che celebrava il tatto e lo scorso dicembre è stata la volta dell’udito con La biblioteca dei sussurri.
È di scena l’udito
Vi siete mai chiesti quale sia il suono della lettura?
La lettura apparentemente è un’attività che mal si accorda al rumore; i lettori, infatti, cercano spesso rifugio in luoghi silenziosi come le biblioteche o le proprie camera da letto.
Il suono della lettura è dunque il silenzio?
A mio avviso no.
Il silenzio è soltanto un’incantevole cornice, una di quelle dorate e dalle forme sinuose che esaltano l’opera che racchiudono, senza prevaricarla o sminuirla. Immaginate di entrare nella sala di lettura di una biblioteca, scegliete un libro poi dirigetevi al tavolo che preferite ma – mi raccomando! -, raggiungetelo a passo leggero per non disturbare gli altri lettori con un importuno trottare; dopodiché spostate la sedia avendo cura di sollevarla affinché le gambe non striscino sul pavimento, emettendo un fastidioso stridore.
Il roboante silenzio di una biblioteca
Ora siete seduti e davanti a voi c’è il libro col quale avete deciso di trascorrere le prossime ore, ma aspettate… Prima di tuffarvi nella lettura provate ad ascoltare i suoni attorno a voi; pochi e flebili per la verità, ma molto suggestivi: il frullare di pagine leggero come il battito d’ali di una farfalla, il cigolio tenue – quasi un sospiro – esalato dall’apertura di uno dei tanti cassettini dello schedario, il tonfo ovattato e ritmico del bibliotecario che timbra le tessere dei lettori. Mentre li ascoltate, quei suoni sembrano gonfiarsi, prendere coraggio e consistenza per poi affievolirsi e scomparire non appena vi sarete abituati alla loro presenza.
Il silenzio regna di nuovo attorno a voi, ma si tratta di un silenzio apparente; ci sono infatti molti suoni, tanti quanti sono i lettori che vi circondano, che stanno esplodendo, ticchettando ed echeggiando nelle pagine dei libri. Non vi è dato di udirli; quei suoni sono una faccenda personale tra i lettori e le storie che stanno leggendo, ma potete figurarveli: ecco il tuonare dei cannoni di Guerra e Pace, la risata fresca e un po’ crudele di Lolita, il legnoso stridere di un veliero sferzato dalle onde che segue la rotta per L’Isola del tesoro, il languido sospirare de La signora delle Camelie appena udibile nel gaio frastuono che precede l’apertura del sipario all’Operà.
Ora, però, immaginare i suoni delle letture altrui non vi basta più, aprite dunque il libro d’innanzi a voi e immergetevi mei suoni delicati, assordanti, familiari o inquietanti che faranno da accompagnamento alla vostra lettura.
Leggere è come abbandonarsi a una musica armoniosa e segreta che solo noi lettori possiamo percepire e che io, devota lettrice, ho provato a raccontare nel mio ultimo romanzo, La biblioteca dei sussurri (Fazi editore).
La biblioteca dei sussurri
Siamo negli anni Settanta e la piccola Dora vive in questo ambiente chiassoso insieme a tutta la sua famiglia, fra cui spicca l’eccentrica prozia. Un giorno, però, questo equilibrio bizzarro ma confortante viene incrinato dal lutto; la casa, di colpo, si fa triste e silenziosa e, altrettanto improvvisamente, Dora comincia a udire dei rumori sinistri.
Per sfuggire a questa atmosfera opprimente, la bambina trova rifugio in un luogo dove il silenzio regna sovrano ma non è espressione di malinconia bensì di rispetto e raccoglimento: la biblioteca. Qui Dora farà la conoscenza del “lettore centenario”, l’avvocato Ferro, che ha dedicato l’intera esistenza ai libri e che decide di prendere la ragazzina sotto la sua ala per educarla al piacere della lettura.
Nella vita di Dora, però, continuano a susseguirsi eventi inaspettati; la sua famiglia si divide inevitabilmente e la casa sul fiume diventa solo un ricordo. Sarà proprio grazie agli insegnamenti dell’avvocato Ferro e al grande amore per i libri che Dora deciderà di far pace con il proprio passato per riavvicinarsi a coloro che ama di più.