Adelina prese dalla cartella la versione commentata dei Promessi sposi, l’aprì e l’annusò inspirando profondamente. Lo strano fenomeno ebbe di nuovo inizio: scie odorose afferrarono i suoi pensieri risucchiandoli in un vortice nel quale parole e immagini ruotavano freneticamente, per poi rallentare il loro moto circolare fino a renderlo dolce come quello di una giostra. I personaggi del romanzo ora sfilavano armoniosi in un piacevole carosello di dialoghi, dapprima ovattati e via via sempre più nitidi.
da L’annusatrice di libri
«In Germania bruciano i libri per le strade», disse l’avvocato accarezzando un volume con tale trasporto da insinuare il dubbio che non lo stesse spolverando bensì confortando. «Da noi no, i libri non vengono bruciati, ma semplicemente spariscono», sospirò stringendo il volume al petto per poi collocarlo in cima a una delle pile. «Prima scomparivano dai magazzini degli editori, ora anche dalle librerie e dalle biblioteche», aggiunse. «Non so se mai arriveranno a farli sparire anche dalle case private, ma voglio prendere le mie precauzioni».
da La ragazza con la macchina da scrivere
I libri non si leggono soltanto con gli occhi, si annusano come ben sa Adelina, la protagonista de L’annusatrice di libri; oppure si sfiorano e accarezzano, come fa l’avvocato Ferro ne La ragazza con la macchina da scrivere.
I libri si possono anche ascoltare, magari in spiaggia sdraiati sulla sabbia, dalla voce di una persona cara che ha la premura di leggercene qualche pagina ad alta voce, o attraverso le cuffie dal cellulare in forma di audio-book (i miei romanzi, per esempio, potete ascoltarli su storytel).
Da oggi, però, c’è un altro modo per ascoltare i libri: Incipit d’autore, il podcast di Fazi editore grazie al quale potrete ascoltare le prime pagine dei romanzi dalla voce degli stessi autori.
Il podcast è disponibile, oltre che sul sito di Fazi Editore, sulle principali piattaforme di streaming digitale quali: Spotify, Deezer, Apple Podcasts e SoundCloud.
In Incipit d’autore troverete anche i miei romanzi per cui, come Shakespeare fece dire ad Antonio nel famoso monologo del Giulio Cesare: prestatemi orecchio!