Dolly sisters

Nell’ultimo anno mi sono cimentata, per la prima volta nella mia seppur modesta carriera di scrittrice, nella scrittura di un romanzo ambientato nel passato e per la precisione negli anni ’30 dello scorso secolo. Tanti sono stati gli aspetti che ho dovuto indagare per dare veridicità all’ambientazione; dalla situazione politica, alla musica, sino ad arrivare alla moda e alla vita sociale.

In particolare mi sono divertita a far muovere alcuni dei miei personaggi nell’ambiente del teatro di varietà, che ho avuto modo di conoscere non soltanto attraverso le ricerche in biblioteca e su internet, ma soprattutto grazie a informazioni di prima mano.

Correvano gli ormai lontani anni Novanta quando, appena diplomata, ebbi la fortuna di recitare come subrettina comica, al fianco di alcuni anziani artisti che diedero inizio alla loro carriera nelle lontane e gloriose stagioni teatrali dell’anteguerra. Con la curiosità che mi ha sempre contraddistinto, bombardai gli anziani colleghi di domande, alle quali risposero narrandomi di grandiosi allestimenti, costumi sfarzosi, immensi corpi di ballo, ma anche di periodi bui fatti di palcoscenici dalle tavole sconnesse, paghe miserevoli e platee irrequiete e chiassose.

Una delle due protagoniste del mio romanzo, giunta a Torino da un paesino del Monferrato per diventare modista, si ritrova, quasi per caso, a lavorare in una compagnia di varietà le cui stelle sono le canzonettiste Anna e Caterina Ferrero, in arte Le gemelle delizia.

Anna e Caterina sono personaggi di fantasia, ma le gemelle erano in effetti molto ambite dalle compagnie di varietà, a condizione ovviamente di essere identiche, molto graziose e di saper ballare, cantare o recitare; se poi erano in grado di fare tutte e tre le cose, meglio per loro e per gli impresari.

Sono state molte le gemelle che hanno fatto fortuna incominciando dal varietà, e ad alcune di loro mi sono ispirata per progettare le mie Anna e Caterina.

The Dolly sisters

Rosie e Jenny Dolly, all’anagrafe Roszika e Yansci Deutsch, nacquero a Budapest nel 1892 e a undici anni si trasferirono con la famiglia a New York, dove, pochi anni dopo, iniziarono a esibirsi come cantanti e ballerine nei pub. La loro forza era quella di essere assolutamente identiche non soltanto nell’aspetto, ma anche nei movimenti e nelle espressioni; capacità che avevano coltivato sin dall’infanzia con estenuanti prove davanti allo specchio. La loro fama giunse all’apice tra la seconda metà degli anni dieci e la prima metà dei venti, quando non soltanto recitarono nei più grandi teatri americani, ma presero parte a film muti e a tournée europee. La vita delle Dolly sister fu piuttosto sregolata: cinque mariti in due, e una passione irrefrenabile per i tavoli da gioco presso i quali, si dice, abbiano vinto cifre straordinarie (probabilmente le perdettero con la stessa facilità, ma questo la storia non ce lo riferisce).

Dolly sisters

Giunte al culmine di fama e ricchezza si separarono per esibirsi singolarmente, e la loro stella tramontò: Jenny si suicidò nel 1941 a seguito di un incidente automobilistico che l’aveva deturpata, Rosie tentò il suicidio una ventina d’anni dopo senza riuscirci, e morì nel 1970 per un attacco cardiaco.

Dolly sisters

Anche se passeranno momenti bui, alle mie gemelle Anna e Caterina le cose andranno un po’ meglio, sono pur sempre una scrittrice comica! Inoltre le mie gemelle non si separeranno mai, quasi come se fossero siamesi.

E a proposito di gemelle siamesi…

The Hilton sisters

Anche se una decina di anni fa, sui palchi di cabaret, mi dilettai a interpretare Paris Hilton, non è da lei e da sua sorella Sandra che ho tratto l’ispirazione per le canzonettiste del mio romanzo.

Daisy e Violet Hilton nacquero a Brighton nel 1908, da una cameriera nubile che le diede in adozione – o forse le vendette –  a Mary Hilton, la sua padrona di casa, che vide nelle neonate una fonte di reddito. Le piccole erano infatti siamesi, unite per un fianco. La loro madre-padrona iniziò a farle esibire già a tre anni come fenomeni da baraccone, ma con gran lungimiranza le fece educare al ballo e alla musica; Violet suonava il sassofono e Daisy il piano e il violino; ancora bambine interpretavano brani jazz e facevano uno show di vaudeville.

Hilton sisters

Alla morte di Mary Hilton le gemelle vennero “ereditate” dal genero, ex venditore ambulante che divenne il loro impresario e carceriere. Di fatto le gemelle erano tenute in schiavitù, mantenendo con le loro esibizioni tutta la famiglia. All’età di ventitre anni riuscirono finalmente a liberarsi e a far causa al loro schiavista, che dovette indennizzarle con il cospicuo risarcimento di centomila dollari. Da quel momento le gemelle Hilton calcarono i più prestigiosi palchi del mondo e, nel 1932, ebbero l’occasione di recitare in Freaks, il film cult di Tod Browning nel quale viene raccontato il circo dei “fenomeni da baraccone”.

https://www.youtube.com/watch?v=-DXU2ZHuiTs

Le Hilton non furono le uniche gemelle siamesi a calcare le tavole del palcoscenico ma, grazie al talento e soprattutto alla bellezza (quella nel mondo del varietà era indispensabile a qualsiasi donna, siamese e non!) divennero certamente le più note.

Hilton sisters

Avendo soltanto la circolazione sanguigna in comune, le due ragazze avrebbero potuto essere separate chirurgicamente, ma si rifiutarono di farlo anche quando la loro carriera finì. Negli ultimi anni lavorarono in una drogheria e morirono a causa di una forte influenza, nel loro letto matrimoniale. La leggenda vuole che prima ne morisse una e giorni dopo l’altra ma l’idea, macabra e poetica, non trova riscontri scientifici avendo le gemelle, come si è detto, la circolazione sanguigna in comune.

Le mie gemelle, Anna e Caterina Ferrero non sono siamesi ma, proprio come le sorelle Hilton vivranno unite sino alla morte, condividendo vittorie e sconfitte.

Spero di avere l’occasione di farvele conoscere al più presto!

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