Non m’illudo di esservi mancata, ciò non di meno eccomi qua, di ritorno dalle scrivanze.
Quest’anno, un po’ per alcuni piccoli contrattempi, un po’ perché l’idea non mi spiaceva affatto, ho rinunciato alle vacanze in favore delle scrivanze, ovvero le vacanze di scrittura.
Le scrivanze sono un genere di turismo rilassante e molto economico; per praticarle è sufficiente procurarsi un angolino tranquillo e un pc (o carta e penna, se siete amanti del vintage).
Nulla resetta il cervello dalle umane e quotidiane miserie quanto un periodo di scrivanza, provate anche voi!
Le scrivanze sono una bella esperienza anche per chi non è scrittore e si guarda bene dal volerlo diventare; raccontare cosa è accaduto il giorno precedente o mettere su carta le proprie emozioni, aspettative e progetti ha un potere terapeutico sorprendente.
Non serve incatenarsi alla sedia come Vittorio Alfieri e rimanervi h.24, e neppure rinunciare alle interazioni sociali e famigliari (alle quali talvolta rinunceremmo ben volentieri).
Potete godervi le scrivanze a casa vostra, ma anche al mare con gli amici, sarà sufficiente essere piuttosto mattinieri e mettervi a scrivere cullati dal russare dei vostri coinquilini.
Per quanto tempo è necessario scrivere?
Non ci sono tempistiche precise, c’è chi lo fa per dieci minuti e chi per parecchie ore; in genere è buona norma fermarsi quando il primo abitante della casa grida “Caffè!”.
E ora, per chi ha ancora la pazienza di leggere, racconterò cosa ho prodotto nelle mie scrivanze.
Innanzitutto ho lavorato alla seconda stesura del mio nuovo romanzo, una vicenda storica, ironica ed esoterica ambientata tra il 1935 e il 1957, che ha come protagonista una giovanissima lettrice con un potere molto particolare e un famoso e misterioso manoscritto.
In secondo luogo ho scritto le prime cinque puntate di una web-serie che racconterà, ovviamente in chiave comica, le piccole e grandi disavventure di una scrittrice esordiente. Proprio in questi giorni finiremo di girare i primi episodi, che saranno disponibili sul web già dalla seconda metà di settembre.
La terza tappa delle mie scrivanze è stato infine un racconto breve per un’antologia promossa da una nota caffetteria letteraria torinese, alla quale contribuiranno molti autori della mia città, inclusa Margherita Oggero.
Questo è quanto: buone scrivanze a chi resta e buon lavoro a chi torna!